Non era la prima volta che salivo in Val Codera.
Mi era capitato altre volte di salire in quella valle sperduta della valchiavenna, sia con gli scout sia per conto mio.
Salire a Codera, è un po’ come entrare in un mondo parallelo, lontano anni luce da ciò a cui siamo abituati.
Scendi dalla macchina, metti nello zaino il giusto indispensabile, e ti lanci su per la mulattiera che si inerpica in quella valle affilata e stretta che sembra impenetrabile.
In un attimo, i rumori della civiltà spariscono, sostituiti solamente dai suoni della natura, dalle foglie e rami secchi che scricchiolano sotto gli scarponi e il respiro pesante di chi sta salendo.
Per salire a codera, lo devi volere veramente. Col cuore.
E quando arrivi ti stupisci che ci possa essere ancora un posto così all’interno del mondo a cui siamo oggi toppo abituati e dal quale ci facciamo viziare.
Un paesino, abitato, nel quale il motore a scoppio non è ancora stato inventato, l’elettricità è la novità del 19secolo e cucinar sul fuoco in agosto è del tutto normale. Un posto dove la polenta te la sei coltivata dietro casa e l’hai portata al mulino a macinare. Il formaggio che hai nel piatto è quello del pastore di fianco a casa, così come i fegatini che accompagnano la polenta.
E la sera, accompagnati da qualche canto, anche i personaggi più solitari arrivano all’osteria alpina, per godersi la serata in compagnia, scambiare due parole sulla giornata passata e conoscere i forestieri di passaggio.
Codera è così, fatta di persone, terra e lavoro. ma soprattutto è assetata di vita, di persone che anche solo per una giornata rendano vivo il paesino e facciano compagnia ai pochi abitanti.
E’ bello vedere paesi come questo che cercano di sopravvivere o meglio, di vivere nella loro semplicità e pace interiore.
Codera non è l’unico paese così.
Potremmo pensare a Monteviasco, nel lunense, o i Prati d’Agra, nell’alto verbano, dove una piccola famiglia sta cercando di ripopolare alpeggi ormai abbandonati.
Il problema però è che nel 2014 siamo tutti capaci di viaggiare, prendere aerei, treni, macinare chilometri in auto per visitare e conoscere posti magnifici. Quei posti che un tempo si vedevano solo in cartolina, spediti da parenti lontani, ora possiamo vederli con i nostri occhi.
Ma non ci rendiamo conto di chi invece in quei posti ci vive, li tiene belli per noi e li ama.
Vivere la montagna
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