Salita al Passo dell'Oro in Val Codera

LA VAL CODERA

Si narra di una valle impervia, il cui ingresso è una sottile spaccatura nella roccia, dalla quale anche il torrente che ci scorre in mezzo fatica ad uscirci.
Si narra che sia stata la prima valle fatta da Dio, quando ancora inesperto, la fece stretta ed insidiosa a fondovalle e ampia, ricca di pascoli e prati in alto.
E’ la Val Codera, una piccola valle che fa da confine tra la Valtellina e la Valchiavenna. In Val Codera, il motore a scoppio non è ancora arrivato. Non esistono strade carrozzabili. L’unico modo per accedervi è una piccola mulattiera a scalini, che in due ore porta all’abitato principale della valle: Codera.
E’ capitato che settimana scorsa mi è capitato di esserci salito per 4 giorni, per fare il custode nella piccola base scout che è presente in valle. Come un po’ in tutto il nord italia, la neve era inesistente, quindi sono partito da casa con semplicemente gli scarponcini da trekking e un paio di guanti, con l’intenzione di fare qualche trekking tranquillo.
Capita poi, come capita spesso in montagna, di conoscere sui sentieri dei personaggi strani, che dopo quattro chiacchiere iniziano a fantasticare sulla camminata del giorno dopo. E ci è venuta la malsana idea di salire al passo dell’oro, passo che separa la Val Codera dalla Val Masino.
Sperando nella poca neve, dato che entrambi eravamo sprovvisti di scarponi pesanti, ramponi o qualsiasi altra attrezzatura consona alla stagione, andiamo a letto abbastanza presto.

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RELAZIONE DI SALITA

Da Lecco, arrivare a Novate Mezzola, li, passata la stazione, prendere la prima via a destra e salire fino alla fine della strada, dove troviamo la frazione di Mezzolpiano (316 m.s.l.m), un parcheggio sterrato e l’attacco della mulattiera per addentrarci in Val Codera.
Dopo la prima ora abbastanza impegnativa, arriviamo alla “Avedee” (790 m.s.l.m), il primo gruppo di case della valle. Da qui la mulattiera spiana e poi scende, passando sotto alcune gallerie, per poi risalire al caseggiato di Codera (825 m.s.l.m) in circa un’altra mezzoretta.
Ci addentriamo tra le piccole baite di codera, superando le due locande, sempre ospitali e gentili. Subito fuori l’abitato, il sentiero si allarga, diventando una piccola carrareccia, fatta per poter effettuare alcuni lavori di manutenzione negli alpeggi più alti. in alcuni tratti, troviamo ancora il vecchio tracciato del sentiero che si discosta dalla strada principale, addentrandosi un po’ più nel bosco. Un mio consiglio, quando possibile, è quello di rimanere sul vecchio sentiero, per godere di più l’ambiente circostante, soprattutto in prossimità delle località di piazzo e saline (1045 m.s.l.m), che altrimenti verrebbero tagliate fuori.
Dopo un’oretta da Codera, un cancello di legno ci introduce all’abitato di Bresciadega (1214 m.s.l.m), e dopo un’altra mezzoretta arriviamo al rifugio Brasca (1304 m.s.l.m) e poco dopo a Coeder (1330 m.s.l.m). Superata l’ultima casa, un cartello ci indica a destra il sentiero per il passo, un sentiero inizialmente poco visibile che attraversa un prato e poi si inoltra nella pineta. Da qui il sentiero si rimette a salire, con alcuni tratti anche abbastanza ripidi, rimanendo sempre nel bosco. Incontriamo le prime chiazze di neve nel bosco oltre i 1700 m.s.l.m.
In una piccola radura, su un grosso masso troviamo delle frecce che indicano a sinistra il vecchio sentiero per Averta, non più praticabile perché franato in alcuni punti. Andiamo quindi dritti, dove una traccia di sentiero ci indica il nuovo percorso.
Proseguiamo finchè il bosco si dirada e ci si apre davanti a noi la valle, con in cima il passo. a sinistra, sul versante opposto della valle possiamo vedere le piccole baite di Averta (1957 m.s.l.m.) ormai in disuso ed abbandonate.
Da qui, data l’elevata quantità di neve, decidiamo di non seguire più il sentiero, che ci avrebbe condotto prima ad Averta e poi al passo rimanendo sul versante nord della vallata. Prendendo come punto di riferimento lo sperone roccioso subito a destra del passo, cerchiamo di salire seguendo le croste di neve portante, per riuscire a fare meno fatica. la salita di questi ultimi 700m di dislivello è stata abbastanza impegnativa, dalla la neve che spesso arrivava anche al ginocchio e la poca attrezzatura che avevamo con noi. Questo ultimo pezzo, inoltre, è tutto interamente su una pietraia: fare attenzione quindi che è molto facile rimanere incastrati tra i sassi e la neve.
Dopo circa due ore e mezza, riusciamo a raggiungere l Passo dell’Oro (2530 m.s.l.m.) alle 13.25 e tra raffiche di vento e qualche raggio di sole, ci si apre davanti a noi la Val Masino. Dopo un panino veloce, saluto Aessandro, il mio compagno di avventure. Lui scenderà in Val Masino, io tornerò indietro fino a Codera.
La discesa risulta abbastanza veloce, correndo e scivolando sulla neve, questa volta cercando quella più morbida possibile!!

Questa breve gita è vivamente consigliata nei periodi estivi, proprio per non rischiare di trovare abbondante innevamento al passo. Viste le poche nevicate di quest’anno abbiamo deciso lo stesso di tentare la salita anche se il pieno inverno. una buona attrezzatura e una buona conoscenza della montagna sono comunque indispensabili!


Data: 22.12.2014
Dislivello: +1690m, -1630m;
Quota Max: 2530m;
Quota Min: 840m;
Tempo totale:8h30min;
Tempo di cammino: 8h00min (5h30min di salita);

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